Famiglia all'improvviso Trama e Recensione

Omar Sy torna al cinema dopo lo straordinario (ed inaspettato) successo del film Quasi Amici disponibile su cb01 nuovo indirizzo. Anche questa volta il ragazzo interpreta un film con forti basi sentimentali, visto che parla di famiglia e di figli. Nel suo caso precisamente di una figlia inaspettata. Cosa fare con lei quando si presenta davanti casa dopo tanti anni? Omar ha saputo affrontare entrambi i ruoli, sia questo che quello in Quasi Amici, con le doti di un attore predestinato che sicuramente vedremo molto presto in film di calibro mondiale firmati Hollywood. Intanto vi auguriamo una buona visione senza svelarmi pezzetti di trama, dato che anche noi odiamo i vari spoiler che rovinano il Film. E vi lasciamo anche recensioni nostre originali di altri film che attivano ogni sentimento del corpo, rissucchiandovi fin dal primo minuto della visione. Non c'e altro da aggiungere, iniziamo!

Il domani tra di noi Recensione

Una natura bellissima e crudele, immersa nel candore abbacinante della neve: e il mondo ostile in cui si ritrovano sperduti Alex e Ben, sopravvissuti allo schianto del loro aereo nel bel mezzo delle Montagne Rocciose. L'ambientazione la fa da padrona in Il domani tra di noi, pellicola drammatica a meta tra il survival movie e la storia d'amore. Ma le splendide immagini di picchi innevati non bastano a sorreggere un film traballante.La storia, tratta dal romanzo 'Le parole tra di noi' di Charles Martin, e arcinota: due sconosciuti che, uniti da tragiche circostanze, possono contare solo l'uno sull'altra per salvarsi. Quando il volo di Alex, una fotografa in procinto di sposarsi, viene cancellato, la donna convince il neurochirurgo Ben, che come lei ha urgenza di partire, a prendere un piccolo aereo da turismo. A causa di un incidente l'aereo precipita: feriti, con la sola compagnia di un cane e senza speranza di soccorso, i due iniziano una lunga marcia per tornare alla civilta. Fin qui, tutto male. La sensazione strisciante che qualcosa non vada, percettibile gia dalle prime inquadrature, si fa sempre piu netta fino a culminare, a meta del film, nel disastro completo. La prima meta, puramente incentrata sulla sopravvivenza, fa alzare piu di un sopracciglio con paesaggi stile cioccolato Novi, inesattezze faunistiche e il cliche sempreverde del medico a bordo che, Lost insegna, fa sempre comodo in caso di disastro aereo. Dettagli tutto sommato accettabili, se non fosse che subito dopo la trama prende una piega romantica prevedibile quanto mal gestita, che copre qualsiasi valido elemento narrativo con una patina di sentimentalismo forzato e scarsa credibilita. C'e da chiedersi come mai, con un simile cast, il risultato finale sia tanto sconfortante. In fin dei conti e la premio Oscar Kate Winslet (Titanic, The Reader) a interpretare Alex, mentre Idris Elba (The Wire, Thor) veste i panni di Ben. Nessuno dei due ha dato il meglio di se, ostaggio di una sceneggiatura che non osa, e anzi li rinchiude in ruoli stereotipati: lei istintiva, lui razionale. Il colpo di grazia lo danno i dialoghi, che spesso rasentano il ridicolo. Completa l'opera la regia di Hany Abu-Assad (Paradise Now, Omar), che riesce a trasformare quanto di meglio ha questo film, ovvero la rappresentazione della natura selvaggia, in un panorama da cartolina in cui non si percepisce quasi mai un senso di vero pericolo. Il fatto che la protagonista sia una fotografa avrebbe potuto offrire un punto di vista alternativo e piu soggettivo, che ci avrebbe fatto immergere maggiormente nella storia, ma non e stato utilizzato. Insomma, proprio come il film nel suo complesso, un'occasione sprecata.

Magdalene Recensione

Irlanda 1964. Quattro giovani donne, "colpevoli di aver peccato", vengono mandate dalle rispettive famiglie in uno dei conventi Magdalene, istituti religiosi gestiti dalle Sorelle della Misericordia per conto della Chiesa Cattolica. Per espiare la colpa, sono costrette a lavare biancheria senza alcuna retribuzione e a subire umiliazioni e maltrattamenti. Leone d'Oro per il miglior film alla 59ma mostra d'arte internazionale cinematografica di Venezia, il film di Mullan, basato su una storia vera, e un film denuncia o che tale vuole essere. Ma la denuncia si ferma ai fatti manifesti. Le norme che regolano la vita della comunita di Les Magdalene, le punizioni corporali, le torture psicologiche non rappresentano altro che la struttura superficiale di quel sistema. Vengono presentati (cosi bene attraverso le parole della superiora) gli strumenti che il sistema ha prodotto per giustificare e interpretare a livello di coscienza i fenomeni che si verificano nella propria realta. Il film si ferma qui, lo spettatore anche. Il pubblico si commuove, rimane stupito, forse, dalla crudelta delle suore, ma non e invitato ad andare oltre. L'incipit faceva ben sperare. In quella sequenza iniziale, filmicamente ben costruita, si nasconde la struttura profonda della comunita, le motivazioni di tutti gli accadimenti futuri del film. Analizziamola. Una festa per un matrimonio, un parentado riunito per l'occasione, un uomo di Dio suona uno strumento a percussione, il ritmo sale sempre piu, i volti dei presenti sono in estasi, la partecipazione e totale. Cosa significa tutto questo? E la celebrazione di un rito, un rito che ha qualcosa di primitivo, di tribale. E la celebrazione dell'omogeneita di tutte le forme di pensiero rispondenti ad uno stesso tipo di logica, quella della cultura cattolica. Qui, viene celebrata l'omologia tra l'ordine delle strutture mentali e quello delle strutture sociali e rinforzata la convinzione dell'omogeneita tra l'ordine sociale e l'ordine naturale. L'orrore di Les Magdalene viene da tutto cio, deriva da queste convinzioni. Una spiegazione delle torture inferte a delle giovani innocenti non puo che derivare dalla denuncia delle ragioni profonde e autentiche dei fenomeni, che non sono altro che quelle stesse strutture mentali che si trovano anche al fuori di Les Magdalene, e che vengono celebrate e rinsaldate quando l'uomo di Dio, come un vero sciamano, suona uno strumento a percussione. Cio che il film avrebbe dovuto svelare e che quella stessa organizzazione strutturale profonda agisce ancora oggi, assumendo manifestazioni diverse, certo meno cruente e terribili, ma agisce e rappresenta la molla di molti comportamenti e azioni che apparentemente risultano inspiegabili e irrazionali. Stupisce la reazione negativa della Chiesa cattolica all'uscita del film. In fondo Magdalene non ha fatto altro che puntare il dito su un fatto, contingente, collocato in un arco temporale e spaziale preciso e circoscritto. Tutto il resto, "Magdalene" l'ha taciuto.